mercoledì 15 luglio 2009

Alcune Scale

Ce ne sono molte: eccoti le principali.

La scala maggiore (naturale) è quella per cui tutti gli intervalli sono giusti oppure maggiori. È quella che conosciamo tutti: do-re-mi-fa-sol-la-si-do.
[PLAY] La scala di do maggiore

La scala minore (naturale) è quella che ha l'intervallo di seconda maggiore, e tutti gli altri giusti oppure minori. Anche questa è ben nota: la-si-do-re-mi-fa-sol-la, o se preferisci do-re-mib-fa-sol-lab-sib-do.
[PLAY] La scala di do minore

La scala minore armonica è come la scala minore naturale, se non per il fatto che la sensibile viene lasciata vicino alla tonica, e quindi l'intervallo di settima è maggiore, mentre terza e sesta rimangono minori. Rimane così un intervallo di seconda eccedente tra il sesto e il settimo grado: do-re-mib-fa-sol-lab-si-do. Se l'intervallo di terza è maggiore, la scala si dice maggiore armonica: do-re-mi-fa-sol-lab-si-do. Non la si trova spesso, ma se stai suonando un brano in do maggiore e ti trovi a un certo punto ad ascoltare un accordo di fa minore la stai implicitamente sfruttando.
[PLAY] La scala di do minore armonica - La scala di do maggiore armonica

La scala minore melodica è quella che in fase ascendente ha tutti gli intervalli giusti o maggiori, tranne naturalmente quello di terza; d'altra parte, esso è proprio quello sufficiente - e come vediamo, anche necessario - a definirla come scala minore (non per niente la terza è detta modale...) Quando scende, invece, la scala si comporta come quella minore naturale. Come mai questa asimmetria? Ricominciamo da capo.
La scala minore naturale, come abbiamo visto, presenta lo svantaggio di non avere la sensibile a un semitono dalla tonica. Dopo avere spostato la sensibile, e ottenuta la scala minore armonica, le cose però peggiorano: si vengono infatti ad avere due note vicine distanziate di tre semitoni, il che non è bello. Da qui l'idea di spostare anche la sopradominante, e ottenere la scala minore melodica. Ma quando si percorre la scala in discesa, non c'è nessun bisogno di avvicinare la sensibile alla tonica, e allora si possono evitare tutte queste modifiche!
Esempi: la-si-do-re-mi-fa#-sol#-la-sol-fa-mi-re-do-si-la, oppure do-re-mib-fa-sol-la-si-do-sib-lab-sol-fa-mib-re-do.
[PLAY] La scala di do minore melodica

Esiste infine la cosiddetta scala minore di Bach. Il Sommo spesso partiva dal principio che, come ho detto sopra, basta abbassare di un semitono la nota modale per avere la tonalità minore corrispondente; perché allora lasciare un'asimmetria tra la scala ascendente e quella discendente?
(Un grossissimo Grazie! a Marco Corsi, che mi ha fatto notare che avevo scambiato tra loro la scala minore melodica e quella di Bach...)
[PLAY] La scala di do minore di Bach

Scala Cromatica:

Come non dice il nome, la scala cromatica è quella che utilizza tutti i semitoni. In pratica, non viene mai usata completamente, ma è piuttosto comune trovare esempi con frammenti di scala cromatica discendente al basso, sia lasciando lo stesso accordo (ad esempio, mentre si suona un la minore il basso suona la-sol#-sol-fa# e si termina con un fa maggiore) che cambiando accordo ogni volta (ad esempio, in Hotel California si potrebbe immaginare che mentre si suonano gli accordi Sim, Fa#, La, Mi, Sol, Re ci sia uno strumento che suoni si-la#-la-sol#-sol-fa#).

[PLAY] Una scala cromatica ascendente e discendente.


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